Previsioni
Il Rapporto stima per il 2021 un aumento del 4,2% dei volumi di traffico marittimo che raggiungeranno 12 miliardi di tonnellate (superiori ai livelli pre-Covid-19); nel 2022 l’incremento sarà del 3,1%.
Per il 2025 la movimentazione container a livello mondiale crescerà a ritmi del 4,8% medio annuo e raggiungerà 1 miliardo di TEU (Europa +3,9%, Africa +4,9%, Far East +5,3%, Middle East +4% e Nord America +3,6%).
Effetti della pandemia
Il Rapporto analizza i fenomeni emersi con la pandemia e gli eventi che stanno impattando sul sistema logistico-marittimo, come il blocco del Canale di Suez, il rialzo dei noli, la congestione dei porti, le Blank Sailing.
Il Canale di Suez, nell’anno della pandemia ha mostrato una notevole resilienza superando il miliardo di tonnellate di merci, con un numero di transiti pari a quasi 19mila navi. E’ dunque rimasto uno snodo strategico per i traffici nel Mediterraneo continuando a rappresentare il 12% del traffico mondiale ed il 7-8% di quello petrolifero.
Porti congestionati a causa dei contagi, mancanza di container vuoti e rotte cancellate sono stati i grandi fenomeni che hanno impattato sugli equilibri del traffico marittimo, specie sulle rotte Far East-Mediterraneo e Far-East USA.
I noli hanno raggiunto livelli record sulle principali rotte e non mostrano ancora segni di rallentamento; si stima saranno alti nel 2021 con un +22,6% e un riassestamento pari al -9,4% nel 2022.
La ridefinizione di alcune supply chain su scala regionale riporterà in Europa alcune filiere favorendo la crescita del trasporto marittimo a corto raggio per il quale il Mediterraneo ha già una posizione di leadership in ambito europeo.
In Italia
In Italia la componente internazionale del trasporto marittimo è sempre rilevante. Nel 2020 il valore degli scambi commerciali via mare dell’Italia è stato pari a oltre 206 mld€, registrando un -17% sul 2019. Nel primo trimestre 2021, l’import export via mare ha registrato un +3%.
I porti del Mezzogiorno con 207 milioni di tonnellate di merci gestite nel 2020 incidono per il 47% del totale sul traffico italiano. Il Sud ha mostrato una maggiore resilienza durante la pandemia: il calo dei porti meridionali è stato del -3,4% contro il -10% circa dell’Italia.
Le imprese del Mezzogiorno utilizzano, nei loro rapporti import-export la via marittima in modo più intenso del resto del Paese. Infatti, il 57% dell’interscambio del Sud avviene via mare (per un valore di 42 miliardi di euro) contro il 33% del dato Italia.
Per la crescita del Sud sarà fondamentale la ripartenza delle ZES e l’utilizzo dei fondi del PNRR per le infrastrutture portuali pari a oltre 3,8 miliardi di euro. Tutto dovrà avvenire rispettando le chiavi dello sviluppo sostenibile, della resilienza e della digitalizzazione. Investimenti in GNL e idrogeno imperativi strategici per competere con una visione del futuro.
Fonte: Italian Maritime Economy – SRM